Le cascine delle Pertiche

21/11/2025

 

Fin da ragazzino, spesso di sabato, aiutavo mio padre nelle operazioni, all’aperto, necessarie all’esecuzione di rilievi celerimetrici per atti di aggiornamento catastale.

Praticamente facevo il canneggiatore, mi spostavo per la campagna in contatto via radio.

Molte volte era necessario “battere” dalla stazione centrale, spigoli di fabbricati isolati, sparsi sul territorio, tanti di questi erano cascine tradizionali, nella maggior parte dei casi disabitate.

Ne avrò “visitate” diverse decine se non centinaia, ed ogni volta rimanevo affascinato dall’architettura di queste costruzioni, semplice ma unitaria, soprattutto da quelle rimaste integre, non oggetto di interventi di recupero, non sempre coerenti.

Innanzitutto la cascina si costruiva in aree prative, oppure a margine del bosco, per potere praticare l’allevamento del bestiame, la silvicoltura, che davano sostentamento a intere famiglie.

Il più delle volte vi si accedeva tramite sentieri e non strade vere e proprie.

Negli anni, poi, tante zone sono state servite da tracciati, sovente realizzate da privati.

In altri casi tanti luoghi sono stati ricolonizzati dalla vegetazione d'alto fusto a causa dell'abbandono di chi vi viveva.

La costruzione tradizionale, ha, generalmente, pianta rettangolare, con corpi addossati, spesso di forma circolare che rappresentano la zona del fuoco dove ci si sedeva la sera e si metteva a scaldare il latte, dentro un grande paiolo di rame [caldèra], sorretto da un elemento ligneo girevole [segàgn].

Parte della struttura risulta interrata, per poter accedere al fienile situato al livello superiore, oppure perché realizzata su terreno acclive.

La muratura portante è in pietra e calce, di spessore notevole, nell’ordine di 50-60 cm, gli orizzontamenti sono costituiti da grosse travi in legno massello di castagno, a sezione circolare, l’impalcato sovrastante in tavole grezze.

La copertura è a doppia falda inclinata, formata da travi e travetti di legno [cantìr], con assicelle trasversali [gramégne] a sostenere il manto impermeabile di coppi [còp].

Lo sporto di gronda, esiguo, forse per l’onerosità sull’utilizzo dei laterizi in termini di acquisto e trasporto in zone impervie, legno e pietre si trovavano in loco.

Non è raro trovare sulla facciata, iscrizioni o immagini sacre, spesso dedicate alla Madonna.

La disposizione dei locali prevede, al piano terra, una o due stalle, con pavimentazione in acciottolato [rès], altezza utile ridotta, tra 2-2,20 m, con piccole finestre munite di inferriata.

Adiacente la stalla si posiziona la casera e il casinello, pavimentati in pietra o cotto, spazi destinati in passato alla preparazione e conservazione del formaggio e burro.

Il livello superiore è destinato a fienile, sulla verticale della stalla, per permettere al foraggio di cadere per gravità, tramite un’apertura, [bus del fenèr].

Anni fa sono “volato” giù da una di queste, non vista perché coperta dal fieno, ho rischiato di rompermi una gamba, ma per fortuna è andata bene.

Il fienile ha sempre un ampio portone centrale in legno, che consentiva l’accesso al contadino con il fieno sulle spalle, racchiuso in un telo [basa].

Si può trovare adiacente il fienile una camera o legnaia.

(Evidentemente il bagno era collocato esternamente)

In molti casi in aree prive di acquedotto o sorgenti, si costruivano cisterne ipogee, coperte da volte a botte, alimentate dall’acqua piovana, captata dal tetto.

Anteriormente a questi manufatti si trova una semplice fontana che serviva da abbeverata per gli animali ma anche per consumo umano.

Suggestivi i nomi dei fabbricati, tramandati attraverso il tempo, eccone alcuni, Praf de l’òrt, Marà, Calsabò, Caldèra, Plasha Marsa, Castèl, Stalet, Semenò, Gant, Pi la Coca, Cavrìl, Funglìne, Palavèr, Sacù…

L’architettura rurale contadina di queste zone e del Bresciano, si contraddistingue per una integrità tipologica e materica, per edifici originari, che caratterizza il paesaggio.

Si costruiva così, punto e basta, anche per ragioni contingenti.

Purtroppo, spesso, interventi successivi, estranei a questa sensibilità, hanno stravolto i connotati delle cascine, offuscandone il fascino del passato.

Testimoni della storia.

 

Nel disegno una tipica cascina di Pertica Bassa.