E’ sempre un’operazione delicata, esporre un’opinione, sul lavoro di un artista, implica inevitabilmente un pizzico di superbia frammista ad azzardo. Il motivo è semplice, non siamo l’emozione, il cuore e la mano di colui che ha dato vita all’opera. Ed è giusto così. L’opera d’arte è solo di chi l’ha creata, possiamo usufruirne ed esternare quello che ci trasmette, nel bene o nel male.
L’occasione è stata concessa con l’inaugurazione della mostra personale “Custodi del tempo” di Flocchini Abele, quotato artista valsabbino, allestita nel magazzino, in tempi passati adibito al ricovero dei muli, presso il complesso della Rocca d’Anfo, la fortezza Napoleonica più grande d’Italia, eretta nel XV secolo dalla Repubblica di Venezia, pregevole testimonianza di architettura militare difensiva, ma questa è un’altra storia.
Venti sculture, racchiuse da muri in pietra e calce, sovrastate da capriate lignee, nella quiete leggera.
La materia madre è il legno di Tiglio, essenza che l’autore definisce ideale all'intaglio e ai trattamenti successivi. Alla vista la suggestione è notevole, in primis cromatica, bronzo, rame, ferro ossidato ottenuti da pigmentazioni particolari della superficie, poi formale, nelle rappresentazioni delle maschere scultoree, che rimandano a creature mitologiche, antropomorfe con acconciature a treccia, animalesche, esseri acquatici, bozzoli larvali, cimieri.
Visionario.
Maschere a loro volta mascherate dalla patina metallica.
Ogni manufatto, nel senso più autentico del termine, ha una solitudine propria, rappresenta un pezzo originale, orbitante nello spazio/spirito e un nome. Nomi legati a toponimi di località dove l’artista è cresciuto e vive tuttora, conosciute, soprattutto, da persone anziane che li erano in tempi andati, da cacciatori odierni, scritti in dialetto locale.
Alla mia curiosità in merito, Abele risponde che questi nomi, per coloro che hanno altre origini, lasciano spazio a libere interpretazioni.
Come libera è l’ispirazione dell’artista, contaminazioni inevitabili, ma non cercate o volute, del resto tutto ne è fonte.
Nel respiro universale della scultura, le radici dell’autore rimangono ben rappresentate.
Opere come queste possono ricondurre a testimonianze del passato, presente o caratterizzare scenografie di fantascienza, proiettate nel futuro.
Come ebbi già a scrivere, le rappresentazioni in oggetto non scandiscono il tempo, ma lo attraversano e custodiscono, portatrici di magnetismo assoluto.
Sono li che vi aspettano, ma per un periodo limitato.
Custodi del tempo
Rocca d'Anfo
Personale di Abele Flocchini
Per approfondire
https://www.roccadanfo.eu