Decreto Legislativo 101/20

28/07/2021 Corso 60 ore "Esperto Qualificato in interventi di risanamento da gas Radon"

 

Si è appena concluso il primo corso “Esperto Qualificato in interventi di risanamento da gas Radon” della durata di 60 ore, organizzato dall’Associazione Nazionale Donne Geometra, realtà importante sul territorio, molto attenta a supporto alla categoria professionale dei geometri.

Un corso tenuto a distanza da docenza estremamente qualificata, fisici, medici, docenti universitari, con esame finale per ottenere la qualifica di esperto di tecniche di risanamento.

Partecipanti 60 tecnici da ogni parte d’Italia, geometri in primis, ma anche ingegneri e geologi.

Non è la prima volta che scrivo del gas Radon, un nemico invisibile ma potenzialmente molto pericoloso.

Purtroppo è ancora scarsa la conoscenza anche da parte di figure tecniche di questa problematica, negli ultimi anni si è operato per incrementare la sensibilizzazione generale.

Il Radon, simbolo chimico Rn, come ormai noto, è un gas nobile radioattivo, più denso dell’aria, prodotto dal decadimento dell’uranio, per questo presente ovunque nella crosta terrestre, ma anche nell’acqua e aria.

E' un gas del tutto naturale, inodore, incolore, insapore, quindi ancora più subdolo.

I danni provocati dal Radon avvengono principalmente in sede polmonare, rappresenta la seconda causa di tumore al polmone, dopo il fumo di sigaretta.

Per cui i fumatori rischiano doppio!

La respirazione introduce nei polmoni il particolato atmosferico a cui si legano i prodotti di decadimento del Radon (RDP) che sono radioattivi.

La radiazioni α emesse riescono a percorrere un tratto relativamente breve, quindi non vi è possibilità che altri organi, oltre ai polmoni, possano essere danneggiati.

Le particelle α intaccano il DNA delle cellule polmonari producendo danni chimici e fisici.

Anomalie nel ciclo cellulare, avviene una proliferazione di neoplastiche maligne (tumori).

La sua concentrazione dipende dalla latitudine, longitudine, altitudine, stratigrafia del terreno tipologia dei materiali con cui si costruisce.

E’ presente maggiormente nelle rocce di origine vulcanica, sedimentarie come marne e graniti, tufi, pozzolane.

In Italia le zone a maggior rischio sono le regioni Lombardia , tra cui la provincia di Brescia e Lazio.

Il gas Radon a contatto con l’aria si diluisce e le concentrazioni all’aperto non rappresentano un rischio per la salute, il problema sussiste quando penetra all’interno degli edifici, i quali si comportano come scatole chiuse che lo imprigionano, incrementando la soglia di rischio per gli occupanti.

L’ingresso all’interno delle nostre case avviene per differenza di pressione tra interno e suolo, a causa della variazione di temperatura, è facilitato dalla presenza di fenditure nelle fondazioni, varchi nelle murature, tubature di impianti, terreni permeabili, bocchette di aerazione, vespai mal realizzati, o dagli stessi materiali di costruzione che possono rilasciare particelle ionizzanti.

Per fortuna ci possiamo difendere operando su edifici esistenti e nuovi.

Le tecniche più efficaci sono rappresentate da interventi di pressurizzazione o depressurizzazione del terreno, immettendo o aspirando aria a mezzo di estrattori collegati da tubazioni a pozzetti Radon, realizzati nel sottosuolo dei fabbricati.

In questo modo si espelle all’esterno il gas Radon, posizionando i punti di uscita a quota copertura comunque lontani da aperture.

Ulteriori procedure di mitigazione sono la realizzazione di vespai aerati con collocazione di bocchette nord-sud sfruttando la ventilazione naturale o meccanica e il posizionamento di membrane impermeabili al gas sull’estradosso di opere fondali o massetti, curandone particolarmente la posa in opera, avendo l’accortezza di sigillare eventuali tubazioni passanti.

Il Radon si misura in becquerel a metro cubo Bq/m3.  

Il decreto legislativo 101 del 31 luglio 2020 ha fissato le concentrazioni massime nei luoghi di lavoro e abitazioni private, 300 Bq/m3 i primi e in caso di interventi sul costruito, 200 Bq/m3 a partire dal 2025 per le nuove edificazioni, ma credo sia opportuno mantenersi, fin da subito, sotto questa concentrazione.

Ha anche stabilito all’art. 15 che le figure tecniche abilitate a progettare interventi di risanamento, previa specifica formazione qualificante, sono geometri, ingegneri e architetti.

L'esperto qualificato in risanamento non può eseguire misurazioni, che sono delegate a enti preposti quali ARPA, laboratori accreditati, tecnici specializzati in radioprotezione.

Potrà proporre, una volta accertata la concentrazione presente fuori dai limiti di legge all’interno dell’edificio, interventi specifici per ridurre la concentrazione rilevata.

Gli strumenti di misura si dividono in attivi e passivi, la differenza è rappresentata dal fatto che i primi necessitano di collegamento alla rete elettrica, sono più veloci e precisi ma anche più costosi.

Tra i passivi rientrano i dosimetri, piccoli rilevatori di plastica con all’interno una lamina sensibile alle radiazioni ionizzanti che vanno posizionati, secondo criteri stabiliti, negli ambienti più frequentati, es soggiorno e camera, per un periodo di un anno, uno il primo semestre un secondo il semestre successivo.

Vanno inviati sempre a laboratori certificati/ARPA i quali emetteranno apposito certificato.

Con il DLgs n.101/2020, sono state previste nuove disposizioni in merito all’esposizione dei lavoratori al rischio Radon presente negli ambienti di lavoro chiusi. 

Il Decreto in questione è entrato in vigore il 27 agosto 2020.

Sono soggetti alle nuove disposizioni l’esposizione dei lavoratori al radon in ambienti chiusi e, in particolare:

Detto piano, che ricomprende le aree in cui viene stimato che la concentrazione media annua dell’attività del Radon in aria superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici, deve essere predisposto entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore del Piano nazionale d’azione per il radon, il quale deve essere a sua volta adottato entro il 27 agosto 2021;

E’ previso l’obbligo per l’esercente di dover completare la misurazione della concentrazione media annua dell’attività del radon in aria, per il tramite di un servizio di dosimetria riconosciuto, entro ventiquattro mesi decorrenti:

1)        dall’inizio dell’attività per i luoghi di lavoro sotterranei e gli stabilimenti termali; 2)        dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale:

*)        dell’elenco delle aree individuate nel piano elaborato dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, per i luoghi di lavoro ubicati in locali semisotterranei o situati al piano terra;

*)        del Piano nazionale d’azione del radon, per le specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate in detto documento;

3)        dall’inizio dell’attività, se questa è successiva ai termini previsti al punto 2).

 

Obblighi previsti per l’esercente nel caso in cui non si superi la concentrazione media annua del radon in aria

Nel caso in cui la concentrazione media annua dell’attività del Radon in aria misurata non superi il livello massimo di riferimento di 300 Bq m-3, è previsto l’obbligo per l’esercente di dover:

-)         elaborare e conservare per otto anni, un documento contenente l’esito delle misurazioni nel quale è riportata la valutazione delle misure correttive attuabili.

Tale documento costituisce parte integrante del documento di valutazione dei rischi aziendale – DVR;

-)        ripetere le misurazioni ogni otto anni e ogniqualvolta siano realizzati interventi: *)        di manutenzione straordinaria dell’edificio;

o *)     di restauro e di risanamento conservativo;

o *)    interventi di ristrutturazione edilizia che comportano lavori strutturali a livello dell’attacco a terra o volti a migliorare l’isolamento termico.

 

Obblighi previsti per l’esercente nel caso in cui si superi la concentrazione media annua del radon in aria

Nel caso in cui la concentrazione media annua dell’attività del radon in aria misurata risulta essere superiore al livello massimo di riferimento di 300 Bq m-3, è previsto l’obbligo per l’esercente di dover porre in essere tutte le misure correttive atte a ridurre le concentrazioni al livello più basso ragionevolmente ottenibile, avvalendosi del supporto di un esperto in interventi di risanamento radon, ed intervenendo tenendo conto dello stato delle conoscenze tecniche e dei fattori economici e sociali.

Dette misure correttive devono essere:

-)         completate entro due anni dalla data di rilascio della relazione tecnica predisposta dal servizio di dosimetria riconosciuto, che ha effettuato la misurazione della concentrazione media annua dell’attività del radon;

-)         verificate, sotto il profilo dell’efficacia, mediante l’effettuazione di una nuova misurazione.

Nel caso in cui la nuova misurazione evidenzi che la concentrazione del Radon:

-)         è inferiore a 300 Bq m-3, l’esercente deve:

*)        garantire il mantenimento nel tempo dell’efficacia delle misure correttive adottate; *)        ripetere le misurazioni con cadenza quadriennale;

-)         è rimasta superiore a 300 Bq m-3, nonostante l’adozione delle misure correttive, l’esercente deve far effettuare da un esperto di radioprotezione, la misurazione della dose d’efficacia annua, il cui livello di riferimento è stato determinato in 6 mSv.

Nel caso la valutazione della dose efficace annua risulta essere:

*)        inferiore al livello di riferimento, l’esercente deve:

X)       tenere sotto controllo le dosi efficaci o le esposizioni dei lavoratori fintanto che le ulteriori misure correttive adottate non riducano la concentrazione media annua di attività di radon nell’aria;

X)       conservare i risultati delle valutazioni per un periodo non inferiore a dieci anni;

*)        superiore al valore previsto, l’esercente deve adottare tutte le disposizioni previste per la protezione dall’esposizione dei lavoratori.

In vista della complessità delle disposizioni previste si consiglia di avvalersi della competenza dell’esperto di radioprotezione al fine di individuare correttamente le azioni che devono essere intraprese.  

La tutela della nostra salute deve rappresentare la priorità assoluta, sempre, le abitazioni ci accolgono per un tempo estremamente lungo della nostra esistenza, sensibilizziamoci e sensibilizziamo il prossimo a renderle sempre più luoghi di benessere psico-fisico.

Qualità nel costruire.

 

Fonti: lezioni corso, ARPA

www.donnegeometra.it