Homo, Sapiens?

17/04/2020

 

Stiamo attraversanto un periodo buio per la storia dell'Umanità.

Mai come ora, la nostra specie, l' Homo Sapiens, è stata ridimensionata, ridimensionata nella sua supremazia o presunta tale, nell'universo vivente.

In un tempo estremamente breve, ne è stata messa in discussione la stessa esistenza.

La totalità della razza umana si è trovata, irrealmente, costretta in una bolla che  isola dal mondo esterno, attonita, disorientata e impotente, incerta sul futuro.

Una catastrofe di proporzioni immani, in termine di vite umane perdute, intere generazioni cancellate, sgretolamento dello Status quo.

Non sta andando tutto bene, aimè!

Di contro, si assiste ad un riscatto della Natura, un lento e stupito appropriarsi di spazi, contaminati dall'uomo, da parte degli elementi e dal resto della componente animale e vegetale.

Attraverso i media sono state documentate queste scene: l'aria che respiriamo, filtrata dalle mascherine, è tornata pura, la Pianura Padana, dalle immagini satellitari da un rosso vivo ora appare di un giallo rassicurante, sinonimo della riduzione dell' inquinamento, sono tornate limpide le acque delle calli veneziane, ora calme non frullate dal continuo transito di vaporetti o motoscafi, delfini gioiosi danzano nel blu del molo di Cagliari, balenottere azzurre al largo dell'isola d'Elba.

Anatre incuriosite in fila sull'acciottolato nel centro storico di Sirmione, due caprioli nel solitario centro di un paese,  a saltellare, incerti, sulla pietra liscia, dinanzi le vetrine dei negozi.

E ancora lepri e volpi che scorrazzano nel verde dei vuoti parchi cittadini, un falco Pellegrino tra i grattacieli di Milano o un notturno orso a correre spaventato sull'asfalto che costeggia il lago di Garda.

Ma come? che succede? non si vede nessuno in giro e che silenzio, possiamo muoverci indisturbati!

Tutto ciò è meraviglioso, l'uomo restituisce anche se involontariamente un po' di quel che ha preso.

A tal proposito pubblico un testo, scritto da Ercole Wild, che ho molto apprezzato, tratto da www.montagneselvagge.com, che sensibilizza su questa realtà.

 

Io sono ucciso ma mai distrutto.

Io sono il Lupo

Sono un lupo e mi domando dove sei ora… uomo.

Cammino per i sentieri di montagna e non ti vedo, ascolto un silenzio nuovo, quasi innaturale, il silenzio della tua assenza, e nasce nell’assoluto della Natura. 

Mi domando dove sei finito, e mi chiedo come mai, ora il mio passo è meno guardingo, più libero.

Non ti vedo, non sento il tuo odore, e quindi non devo fuggire da te.

Scendo nei paesi per vedere cosa sia successo, ti vedo nella tua casa, preoccupato e intento nel trovare come passare il tempo: forse è successo qualcosa, visto che non ti vedo più? 

Allora ho domandato agli altri animali del bosco; mi è stato detto che nell’aria c’è qualcosa che ti fa ammalare, e che la stessa aria che ti da vita, può darti anche la morte se non stai attento nel tuo “branco”.

Ti guardo in un modo diverso, forse pensavi veramente di essere il padrone del mondo?

Ora ti stai accorgendo che il mondo che hai costruito, a cui hai sempre preso e mai dato, ti sta rinchiudendo in una gabbia, quelle stesse gabbie che hai edificato per domare uno spirito selvaggio e libero come il mio.

Non ti condanno e non sono arrabbiato con te, non sono cosi cattivo come mi descrivi, in me non c’è odio nei tuoi confronti.

Potrei vederti come tu vedi me, ma non ho occhi inutili e mente cieca, sono il padrone del mio destino e il sovrano della mia anima, privo da doppi fini e giochi di potere.

La mia patria è nella natura selvaggia.

Mi dispiace vederti cosi, in attesa che tutto passi per poter tornare a godere del bene più prezioso al mondo: la libertà.

Quando tornerai, entra con delicatezza nel mondo, abbraccialo con umiltà e ringrazialo per ogni istante di libertà che ti ha donato e ti donerà.

La cultura non è sapere tutto, ma è sapere dove e come trovare le giuste risposte.

Quelle risposte che ti dicono di non collezionare cose su cose, ma momenti ed emozioni.

Sii pronto a rinnovarti e, come me, mettiti in ascolto di ciò che ti occorre veramente per vivere.

Ora che la tua società si disgrega, non inventarti nuove guerre di potere, ma costruisci una nuova società più vicina a quel sentimento che io, un Lupo nel bosco, chiamo amore.

 

Ora ti lascio con questo pensiero:

“Io sono il Lupo

la fame è la mia compagna

la solitudine la mia sicurezza.

Io giaccio di notte

freddo è il mio letto

il vento la mia coperta.

Io sono il silenzio un’ombra nella foresta

Impronte lungo il fiume.

La mia corsa è un lungo inseguimento di scintille di fuoco dalla pietra focaia della notte.

Io sono ucciso ma mai distrutto io sono il Lupo”.

 

(Poesia tratta da ” Voci Indiane del Nord America”)

Ercole Wild

 

Torneremo a camminare su questa Terra, con passo più leggero, speriamo.