Tenuta La Montina

29/01/2020 Eccellenza in Franciacorta

 

E’ bello, per quanto mi riguarda, visitare cantine, resto sempre affascinato dalla pulizia degli spazi, dal silenzio diffuso, il profumo dolce  del legno delle botti, l’atmosfera vinosa,  il luccicare acciaioso dei maestosi fermentatori allineati.

Ambienti operosi e movimentati nel corso della settimana, dormienti e accoglienti al suo finire.

Era da tempo che non ne visitavo una, la gradita occasione si è presentata, con un gruppo di amici, sabato nei riguardi della Tenuta La Montina, situata nella parte nord-orientale della Franciacorta a Monticelli Brusati.

Il piacere è maggiore se  in questo percorso si è accompagnati/guidati da uno dei proprietari,  in questo caso Alberto Bozza, che ci ha piacevolmente raccontato la storia della nascita della sua azienda con aneddoti interessanti.

La Montina nasce negli anni 70, in passato la struttura è stata anche destinata a sede conventuale dell’ordine delle suore dorotee. Gli attuali proprietari la acquisirono e attraverso significativi interventi sul costruito e in vigna, sono giunti all’attuale splendore della cantina.

I loro nonni si dedicavano già alla produzione di vino e alla ristorazione, vocazioni proseguite e potenziate. Attualmente l’azienda comprende 72 ettari vitati, per 400.000 bottiglie, il vigneto principe è lo Chardonnay come è giusto che sia per basi spumante, segue il Pinot nero che grazie ad attenta analisi e studio del terreno, zonazione, che ha permesso la caratterizzazione del terroir (scusate il francesismo ma se si scrive di vino ci si incappa sempre), ha soppiantato il Pinot bianco, meno vocato, segue poi l’Erbamat un antico vitigno autoctono, riscoperto.

Durante la visita, ho appreso con stupore che la Franciacorta non è ancora satura dal punto di vista produttivo, sono disponibili ancora 1.500 ettari da destinare potenzialmente a vigneto. La superficie vitata totale a Docg si aggira sui 3.000 ettari che garantiscono una produzione media annua di 17,5 milioni di bottiglie, per dare una idea il prosecco movimenta 466 milioni di bottiglie, per non parlare dello champagne che ne  imbottiglia più di 300 milioni. Numeri stratosferici, per diverse realtà.

Ci è stato spiegato il procedimento di produzione per il metodo classico, ovvero la rifermentazione in bottiglia, grazie all’inoculo di lieviti saccaromiceti che si “mangiano” lo zucchero trasformandolo in alcol e anidride carbonica. La quantità di lievito è di 24 g/l che portano la pressione interna nella bottiglia a 6 atmosfere, per il Satèn più morbido, setoso dal perlage più fine, la quantità immessa è pari a 20 g/l con pressione interna minore di una atmosfera.

Una volta terminata l’abbuffata di zuccheri, a seconda delle miscele, il vino viene lasciato sui lieviti molto più tempo di quello stabilito dal disciplinare, che è di ben 18 mesi, il più restrittivo a livello mondiale, questo per favorire l’apertura delle cellule morte con rilascio di profumi e peculiarità che rendono il ventaglio organolettico suadente e complesso, caratteristiche imprescindibili di un Franciacorta.

Piccola curiosità, l'attuale bottiglia in commercio ha la forma di un calice da Franciacorta rovesciato.

Finale pirotecnico con l’eruzione della bottiglia, dopo sboccatura a la volée.

La Montina ospita a Villa Baiana il primo museo d’arte moderna della zona, intitolato a Remo Bianco, famoso artista contemporaneo di De Pisis, Sironi, Fontana, Carrà, Burri, solo per citarne qualcuno. Si può ammirare tra le tante opere la sua volvo blu, Tableau doré.

Dulcis in fundo, sono attivi una fornita enoteca, con angolo Milan essendo fornitrice/sponsor della squadra milanese e un prestigioso ristorante che organizza cerimonie ed eventi.

Una tappa obbligata per unire, territorio, cultura, enogastronomia di qualità.

 

Approfondimenti:

www.lamontina.com

https://remobianco.org